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“Il libro della gioia perpetua” di Emanuele Trevi

26 Ott

In onda Martedì  26 ottobre alle ore 20 – e in replica Domenica 31 ottobre alle ore 13 –  su Radio San Donà 102.200, Overbooking!

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Proseguono le interviste esclusive di Overbooking! In questa puntata il nostro Ferdinando Morgana intervista per noi a Mantova Emanuele Trevi, autore de “Il libro della gioia perpetua”.

  • Titolo: Il libro della gioia perpetua
  • Autore:  Emanuele Trevi
  • Editore: Rizzoli
  • Anno di Pubblicazione: 2010

Scheda:

Clara e Riki hanno otto e dieci anni, vivono a Lossiniere, un paesino geograficamente non bene identificato, vicino al mare ma a due passi dalla montagna, popolato da personaggi di una quotidiana stranezza e che, come unico mezzo di locomozione, usano carrozze trainate da cavalli. I due inseparabili amici, anzi “amiconi”, come vengono definiti più volte, sono i protagonisti di avventure fuori dal comune. Un viaggio a Roma in cui Riki si trasforma improvvisamente in un abile fantino e vince una corsa di cavalli, l’attraversamento di un lago ghiacciato a bordo di una barca con i pattini sulla chiglia o il salvataggio in mare di un gattino moribondo.

Clara e Riki però non esistono veramente. Sono frutto dalla fantasia di una bambina di otto anni con un’insolita vena creativa, Chiara, autrice di un libro, un quaderno di una novantina pagine, che capita, guidato da un inspiegabile destino, nelle mani di Emanuele Trevi. È il noto scrittore e critico letterario Trevi che ci racconta, ne Il libro della gioia perpetua, il suo percorso di scoperta, a limite del filologico, del Libro di Clara e Riki .

Un treno viaggia da Roma verso Napoli. Destinazione: Santa Volpina. Emanuele Trevi, autore-protangonista-narratore, si muove verso sud per partecipare a “una certa iniziativa culturale”: “Etica e letteratura. Un incontro difficile”. Invitato da una sconosciuta signora Mastellone a presenziare al dubbio incontro per letterati, Trevi apre il romanzo confidandoci le sue perplessità sull’evento e manifestando la sua svogliatezza nel dovervi prenderne parte. Sceso alla stazione di Margellina, Trevi riceve la notizia che stava aspettando. La signora Viviana, amica della signora Mastellone, incaricata di accoglierlo alla stazione, lo informa che l’evento è stato cancellato. Il centro di Santa Volpina e tutti gli edifici pubblici sono stati chiusi d’urgenza, colpa della spazzatura che ha letteralmente sommerso il paese.

Emanuele, quasi sollevato, pensa già a risalire sul primo treno per Roma quando la signora Viviana gli propone di venire comunque a Santa Volpina, conoscere la signora Mastellone e recuperare di persona l’assegno con il compenso per la sua (mancata) partecipazione. Nessuna logica razionale
guiderebbe il nostro narratore a una scelta di tale scomodità e perdita di tempo ma, per una ragione inspiegabile, una fatalità scritta da un destino stravagante, Emanuele sceglie di seguire Viviana e partire alla volta di Santa Volpina.

Ed è proprio in questo paesino campano che riceverà, direttamente dalle mani signora Mastellone, il Libro di Clara e Riki, il racconto scritto da un’alunna della scuola elementare di Santa Volpina, scomparsa nel nulla con la sua famiglia qualche tempo prima e di cui ormai sono state perse le tracce.

Il quaderno della sfuggente ed enigmatica Chiara catturerà completamente lo scrittore Trevi. Clara e Riki, uniti in un’unica identità, saranno il chiodo fisso dello scrittore che, in un periodo della sua vita di completa apatia e desolazione sociale, non può fare altro che buttarsi nella lettura – e rilettura – delle vicissitudini dei due protagonisti, dotati di una istintiva saggezza zen e cittadini di un mondo nemmeno troppo improbabile che solo i bambini possono immaginare alla perfezione.

Il romanzo di Trevi, a metà tra il diario e l’invenzione narrativa, ci proietta nell’universo dell’indescrivibile e, attraverso una “selva di coincidenze, di simmetrie, di segni rivelatori”, racconta di come le vicende personali di Emanuele, della signora Mastellone e della piccola Chiara si intreccino seguendo una logica bizzarra e inspiegabile.

Con una scrittura dolce e colma di tenerezza questo romanzo ci svela la purezza assoluta che risiede nel racconto della piccola Chiara, una storia “capace di risucchiare al suo interno chi la legge”. Lo stesso Trevi, protagonista della sua storia, noncurante del giudizio del lettore, espone se stesso, le sue manie, le sue perplessità e ci regala questa piccola perla dalle pagine colorate e dalla calligrafia infantile (il quaderno di Chiara è pubblicato alla fine del romanzo).

Il racconto di Clara e Riki, nella realtà scritto durante l’infanzia dall’attuale moglie di Trevi, Chiara Gamberale, scrittrice e conduttrice radiofonica, fa da appendice a questo particolarissimo romanzo “della ricerca della felicità” capace di mescere realtà e finzione in maniera sorprendente.

[Wuz.it]

Emanuele Trevi
Emanuele Trevi, uno dei critici più promettenti della nuova generazione, è nato nel 1964 a Roma, dove vive. Ha tradotto e curato edizioni di classici italiani e francesi: si ricordano testi dedicati a Leopardi, Salgari, autori italiani del Novecento. Fa parte del comitato editoriale della casa editrice Quiritta. Collabora al Manifesto (Alias) e alla trasmissione radiofonica Lucifero di Radio Tre, con una sezione dedicata alla poesia. Il suo libro Istruzioni per l’uso del lupo ha riscosso un notevole successo. All’uscita questo suo librello di sapore “steineriano” (da George, non da Rudolph, ovviamente…) ottenne un successo di critica sulle pagine letterarie dei magazine e dei quotidiani più engagé. Trevi proponeva un’uscita dalla sovrabbondanza e dallo specialismo dei saperi acquisiti e delle discipline critiche, per approdare a una “filologia del cuore”, riscoprendo la disarmante impossibilità di avvicinare la letteratura e la vita, nonostante, a volte, nella fitta ombra si aprano radure e “chiari di bosco”. La lettura che Trevi suggerisce è priva di pregiudizi, tutta interna alla letteratura e, al tempo stesso, tutta intrisa della vita stessa, della sua volatile ed effimera sostanza. Con Musica Distante, Trevi ritorna a meditare sul sapere. La sua meditazione non ha nulla di intellettualistico. Egli non pensa ai saperi: li pratica. Non struttura un metodo di lettura: legge. Legge le parole che un tempo di caduta ha offuscato. Sono le parole di una storia che opera dall’interno della cultura occidentale, occultamente attive nel cuore della spiritualità più palese: quella cristiana, che ha edificato due millenni di civiltà e di storia umana, passando attraverso i filtri dei paganesimi e delle gnosi dei secoli che ha attraversato, mutando configurazione e prospettiva. Emanuele Trevi è redattore di Nuovi Argomenti. Ha fatto parte della giuria del premio Calvino nel 2001, e del premio Alice 2002.