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“Vita di Galileo” di Bertold Brecht

4 Apr

n onda Mercoledì 4 aprile alle ore 18 – e in replica Lunedì 9 aprile  alle ore 13 –  su Radio San Donà 102.200, Overbooking!

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Abbiamo come ospite in studio la prof.ssa Lucia Tracanzan, che ci parlerà di uno dei capolavori di Bertold Brecht, “Vita di Galileo”, analizzandolo da varie angolature e facendone cogliere la grandissima attualità!

  • Titolo: Vita di Galileo
  • Autore: Bertold Brecht
  • Editore: Einaudi
  • Anno di Pubblicazione: 2005

Sinossi

L’opera teatrale non intende raccontare la vita di Galileo per intero, Brecht si concentra solo sull’operato scientifico dello scienziato italiano, tralasciando tutta l’infanzia del protagonista. Il racconto inizia quando lo scienziato è ormai adulto, noto e rispettato.

Galileo si trova a Padova, dove insegna matematica presso l’università. Qui inizia a compiere i suoi studi a sostegno della teoria copernicana , contro il sistema aristotelico. La Repubblica Veneta era infatti l’unico stato italiano in cui l’Inquisizione romana non avesse potere, permettendo così agli studiosi che vi risiedevano di svolgere i propri studi con una certa libertà. Insegna le sue scoperte a un giovane discepolo, Andrea Sarti, e impartisce lezioni private di matematica a Ludovico Marsili, giovane di ricca famiglia. Per necessità economiche, Galileo trae spunto dalle scoperte olandesi per realizzare un cannocchiale e presentarlo alla Repubblica di Venezia. Grazie ad esso ,Galileo individua nuove prove a favore della tesi copernicana. Nonostante il suo amico Sagredo lo ammonisca sui rischi di tali scoperte, Galileo decide di continuare gli studi, affermando la sua fede nella ragione umana.

Lo scienziato però si trova in difficoltà economiche, che gli impediscono di dedicarsi liberamente alle sue ricerche. Per questo decide, nonostante le libertà offerte dalla Repubblica, di trasferirsi a Firenze.

Qui invita il giovane principe Cosimo de’ Medici ad osservare le scoperte da lui fatte attraverso il telescopio. Durante l’incontro però nasce un’ accesa disputa scientifica tra Galileo, un matematico e un filosofo, che si rifiutano di guardare attraverso il cannocchiale.

Nemmeno la peste riesce a distogliere Galileo dai suoi studi. Lo scienziato potrebbe fuggire, ma decide di restare a Firenze per continuare i suoi studi, seguito dalla sua governante, la signora Sarti.

Intanto le nuove scoperte di Galileo riguardo agli astri vengono approvate anche dalla Chiesa, grazie al favore del grande astronomo Cristoforo Clavio, nonostante l’indignazione di molti ecclesiastici. Tuttavia le tesi di Copernico vengono ufficialmente poste all’Indice dalla Chiesa, e per questo, durante un ricevimento, Galileo viene invitato da due cardinali a non proseguire i suoi studi sul cielo.

Galileo discute poi con un monaco se sia opportuno o meno rivelare le sue nuove verità. Il monaco sostiene che sia opportuno talvolta nascondere la verità , pur di non turbare le coscienze della gente, mentre Galileo sostiene che sia sempre necessario rivelare la verità, perchè essa rende veramente libero l’uomo.

Lo studioso, dopo il colloquio con i cardinali, decide di sospendere per otto anni gli studi sul cielo, dedicandosi alla fisica. Tuttavia, quando viene eletto papa il cardinale Barberini, uomo di scienza, Galileo decide di riprendre i suoi studi scientifici, sicuro che il nuovo papa sarà più transigente nei suoi confronti. Dedicandosi nuovamente alle sue attività scientifiche, già proibite dalla Chiesa, rende così impossibili le nozze di sua figlia.

Le tesi di Galileo si diffondono per l’Italia, diventando oggetto di testi satirici. Nonostante le resistenze opposte dal nuovo Papa, l’Inquisizione convoca Galileo ed egli, davanti agli strumenti di tortura, abiura tutte le sue tesi. Viene considerato dai suoi discepoli un traditore, e allontanato.

Trascorre gli ultimi anni di vita agli arresti in una casa sorvegliata dall’Inquisizione, ma riesce tuttavia a terminare di nascosto i Discorsi, un trattato di fisica. Consegna l’opera ad Andrea, suo fedele discepolo, che la porterà in Olanda, dove potrà essere stampata. Galileo compie una autoaccusa, incolpandosi di non aver sostenuto la verità fino in fondo, unico mezzo per ottenere la vera libertà.

“Una vita di illusioni e felicità” di Loris Pavan

7 Giu

In onda Martedì 07 giugno alle ore 20 – e in replica Domenica 12 giugno alle ore 13 –  su Radio San Donà 102.200, Overbooking!

A causa di problemi tecnici download e streaming non sono ancora disponibili, appena possibile metteremo a disposizione  il relativo link!

Questa volta viene a trovarci in radio Loris Pavan, che ha trasportato sulla pagina scritta la storia del padre, un autentico romanzo di vita vissuta con sullo sfondo la Grande Storia dell’Italia del ‘900.

  • Titolo: Una vita di illusioni e felicità
  • Autore: Loris Pavan
  • Editore: Albatros
  • Anno di Pubblicazione: 2011

Scheda:

Una vita di sacrifici e di dolori quella di Luigi Pavan, caratterizzata da viaggi di speranza. Dall’Africa, dopo aver perso la cara mamma, si trova deportato e internato in un lager nazista, costretto ai lavori forzati nelle miniere o nel ripulire le strade. Tornato finalmente in Italia decide di partire per l’Argentina, per garantire a se stesso e alla donna che ama un avvenire felice. Dopo la caduta di Peròn l’Argentina affronta un periodo di crisi che costringe Luigi e Maria, l’amata moglie, a tornare in Italia per il bene della loro famiglia. La fatica e i sacrifici continuano, Luigi è costretto a lavorare alternamente in Svizzera e in Francia, pena la perdita dell’infanzia dei figli e la lontananza da Maria. Tratto da una storia vera, Una vita di illusioni e felicità ci apre una finestra su un angolo di storia che mai verrà dimenticato, facendo scaturire in noi una vasta gamma di emozioni, dalla commozione al rimpianto, ad una simbiotica nostalgia.

L’autore:

Loris Pavan è nato a San Donà di Piave nel 1952. Senza alcuna precedente esperienza narrativa, ha deciso di raccontare questa storia tratta dalle memorie trascritte in un quadernetto consunto di suo padre, da indagini nei luoghi dove ha vissuto le sue esperienze di vita, seguite per oltre due anni da periodiche interviste a suo padre per rafforzare l’attendibilità dei fatti.

“Le guerre non finiscono mai” a cura di Marco Chiarelli, Tommaso Saggiorato, Eleonora Stabile e Paola Trevisan

17 Mag

In onda Martedì 17 maggio alle ore 20 – e in replica Domenica 22 maggio alle ore 13 –  su Radio San Donà 102.200, Overbooking!

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In questa puntata abbiamo quattro giovani studenti dell’Università di Venezia Ca’ Foscari che si misurano con la storia orale, guidati dal prof. Alessandro Casellato, e curano insieme un libro di interviste a testimoni di guerra!

  • Titolo: Le guerre non finiscono mai
  • Autore: Marco Chiarelli, Tommaso Saggiorato, Eleonora Stabile e Paola Trevisan
  • Editore: Temporale
  • Anno di Pubblicazione: 2011

Scheda:

La guerra contemporanea è il momento in cui pubblico e privato vivono il loro massimo intreccio. Essa trasforma lo spazio interiore degli individui non meno di quanto travolga il paesaggio che ne sta fuori. Non opera distinzioni nette tra fronte e retrovie, tra militari e civili, tra uomini e donne, tra adulti e bambini. Inoltre comincia di fatto prima  di essere dichiarata, nella propaganda, e si conclude ben dopo che la sua fine è stata firmata, prolungandosi nella memoria di chi vi ha partecipato
o assistito. Anche in questo senso, oltre che per amara constatazione, possiamo dire che «Le guerre non finiscono mai».
Intervistare dei testimoni di guerra – qualunque sia stata la loro collocazione – significa fare i conti con tracce indelebili depositate nella memoria e nel corpo di ciascuno, perché la guerra è come una pietra miliare che segna con un “prima” e un “dopo” le storie di vita di chi l’ha vissuta. Proprio per questo motivo la memoria della guerra è un campo d’indagine tra i più praticati da chi si occupa di storia orale. Se è vero che è la guerra che ha legittimato la storia orale e l’ha fatta
entrare nel campo della storiografia, non è meno vero che la storia orale ha rinnovato la storiografia, cioè ha contribuito in maniera determinante a ridefinire negli ultimi decenni il modo in cui si studiano le guerre.

Sommario

  • Alessandro Casellato Un’esperienza didattica diventata libro
  • Marco Chiarelli, Tommaso Saggiorato, Eleonora Stabile, Paola Trevisan Introduzione

MILITARI, PRIGIONIERI, PARTIGIANI
1. I fronti della Seconda guerra mondiale, 1940-1945

  • Enrico Palù e Paola Trevisan E non si è sentito più niente fino alla mattina quando abbiamo visto tutte quelle navi. Arturo Gallinaro
  • Marco Zamuner I signori non si fanno mai un torto tra di loro. Ultimo Collauto
  • Tommaso Saggiorato Ho scelto di stare col popolo. Zeferino Zabeo
  • Paola Trevisan E allora sempre bisogna esser  furbi. Mario Chiara

2. Italia, 1943-1945

  • Marta Pascolini Abbiamo combattuto per la libertà, per la democrazia. Valter Zorzenone
  • Paola Montesano Come mai tu sei tornato e gli altri no? Ezio Costa

BAMBINI, DONNE, CIVILI
1. Italia, 1940-1945

  • Francesco Fernandes Non prendetele, sono avariate. Clara I.
  • Marco Chiarelli Sai, ho paura sempre, in tutte le cose. Mirella Bombarda
  • Claudio Naccarati Te fumavi perché no te magnavi. Bruno Girardi
  • Roberta Livio E comunque era bello vivere lì, in tempo di guerra. Marisa Pedrocco Dalla Venezia

2. Bosnia-Erzegovina, 1992-1994

  • Giacomo Lanaro Il nazional-popolare ti può salvare la vita. Umberto Pizzolato
  • Eleonora Stabile Non avresti mai detto che ci fosse stata una casa. Predrag Pijunović

APPENDICE

  • Alessandro Casellato Le guerre non finiscono mai. Fonti orali, storiografia, culture di guerra


“Dodese storie in Crose” di Carlo Dariol

11 Mag

In onda Martedì 10 maggio alle ore 20 – e in replica Domenica 15 maggio alle ore 13 –  su Radio San Donà 102.200, Overbooking!

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In questa puntata interviene Carlo Dariol, autore del libro dedicato al suo paese d’origine “Dodese storie in Crose, per raccontare al nostro Alvise interessantissimi spunti di storia delle nostre zone!

  • Titolo: Dodese storie in Crose
  • Autore: Carlo Dariol
  • Editore: Edizioni del Cubo
  • Anno di Pubblicazione: 2009

Scheda:

1 – L’oste Piero (1350)
2 – Zuane Campagna publico concubino (1579)
3 – Un matrimonio nullo (1670)
4 – La notabile rotta (1724)
5 – Rapporto completo (1778)
6 – Ma chi me l’ha fatto fare (1855)
7 – La canzone di Toti dal Monte (1930)
8 – Nane Moro torna dalla guerra (1943)
9 – Bàciali (1945)
10 – La “Disputa” (1964)
11 – La mia alluvione (1966)
– La notte che arrivarono le camionette (1979)
12 – Tre fratelli (1987)

Dalla postfazione

Questo libro è un debito pagato al pubblico del paese che da tanti anni viene a teatro ad ascoltare le mie storie. Questa volta ho parlato di loro, di tutti. Le dodici (o tredici?) storie qui raccolte sono il tentativo di ricostruire le verità che i documenti non possono trattenere: quelle fornite dalle intenzioni, dalle opinioni, dalle possibilità; le verità dell’anima insomma, che essendo legate alle percezioni individuali, sono di norma tralasciate dalla storia ufficiale.
Si tratta di dodici (o tredici?) storie “in crose”, apparentemente buttate là, e allo stesso tempo “in Crose”, accomunate cioè dall’essere capitate tutte nel paese dell’autore.
La prima impressione dovrebbe subito essere fugata da una data accanto ad ogni titolo, la quale rivela una distribuzione cronologica, dapprima molto larga, più stretta nel Novecento, quasi a voler illustrare il concetto (accademico eppur ovvio) di progressiva “accelerazione della Storia”, mutuato dalla sempre più rapida mutevolezza degli accadimenti; dall’altro si tratta di dodici (o tredici?) storie effettivamente cavate come fotogrammi o piccole sequenze dalla pellicola della storia del paese; o, per usare una metafora meno moderna, di stazioni di posta e di riposo lungo la via francigena laico-religiosa-(e di nuovo laica) che porta alla modernità.
Le prime storie, scandite sulla successione degli antichi parroci, mirano a trasformarne i puri nomi in figure amichevoli, meritevoli di entrar a pieno titolo nella memoria paesana collettiva. Sono storie caratterizzate dal gusto per la citazione e per il rimando implicito, sempre dissimulato; a volte sono pezzi di bravura in quanto costruite su di un semplice accenno (Un matrimonio nullo) o ricostruite su appunti frammentari (Rapporto completo) o sulla interpretazione di oscuri passi in un latino ecclesiastico criptato dalle notazioni brachigrafiche, o su quella d’un volgare semplicemente mal scritto (Zuane Campagna); decifrazione sempre difficile, a volte impossibile (per l’autore, certo) come accade per le ultime righe dei documenti del processo a Zuane, scritte da un segretario quasi deliberatamente cacografico che forse non voleva che si conoscesse il finale della storia e dove l’autore (del libro) è stato tentato più volte di far scendere a Croce un disco volante con gli alieni per rapire Zuane e Filippa e portarli in uno spazio-tempo pre-Concilio di Trento dove e quando i concubini e i poligami erano tanti e nessuno se n’occupava.
Le ultime sono storie costruite sul racconto popolare che si eleva a paradigma e quindi a letteratura. Tutte mostrano che la storia è fatta dai piccoli, da La canzone di Toti Dal Monte, dove le riflessioni della cantante sul matrimonio della popolana gettano nuova luce sulle sue vicende personali, a Il ritorno di Nane Moro dalla guerra, dove l’epopea nazionale dell’8 settembre sembra naturalmente concludersi tra le strade di casa, da Bàciali, in cui si affida non ai Conti Gradenigo ma ad un’altra famiglia di… Conte (e basta) il destino d’una saga familiare, al Luigi che trema al pensiero de La “Disputa” , alla donna, più triste che avida, che reclama una coperta in più per affrontare la disgrazia ne La mia alluvione. A tutti loro è dedicato questo libro.
L’ultimo, Tre fratelli, è un racconto finale e di morte, che sembrerebbe togliere spazio ad ogni ulteriore discorso e speranza, se non fosse primo di tutti il pensiero della morte a conferire dignità alle scelte della vita.
E veniamo al linguaggio. La scelta di un frasario popolare, calcato sul parlato ma raffinato dalla necessità di essere chiaro, è sottolineata e negata al tempo stesso dalle continue sortite nel mondo dell’erudizione e del linguaggio di curia, da cui l’autore, armato di clava iconoclasta contro la versione ufficiale, torna coi fascicoli che il gusto per lo sberleffo gli ha consigliato di trattenere, attitudine che fa di questi racconti un gioco mistificatore e soavemente serio. Se dodici (o tredici?) storie sono state scelte, altre sono state messe da parte: ad esempio quella del gastaldo che all’inizio del ’500 scrive preoccupato a Marco Cornaro per gli effetti dell’alluvione; o quella della vocazione dei fratelli Paludetto senza un soldo per studiar da preti; quella dei quasi verghiani scariolanti delle bonifiche e quella dei “disobbedienti” che “occuparono” le vecchie scuole elementari negli anni Ottanta; e poi, ancora, quella del premio nazionale alla maestra Berton, unica del Veneto, nel 1930, e quella, spassosa, dei SessanT.I.T.tini, rivoluzionari de noantri. Sono tutti racconti che avrebbero meritato ugualmente di essere inseriti in questa raccolta e che finiranno disseminati (vae lectoribus!) nella trilogia della storia del paese o in “Altri racconti dal paese dell’Invenzione”
Un cenno infine va riservato a quello che, non numerato, è invece presente, il racconto che precede il numero 12: al di là delle interpretazioni scaramantiche da consegnare agli amanti della numerologia, si tratta di un metaracconto, ossia della spiegazione per cui il racconto in oggetto non fu scritto, e che divenne racconto per intuizione di ‘Gus’, al cui gusto per il paradosso l’autore è sovente debitore.
Carlo Dariol


“Gaber con ospiti” di Walter Sabato

26 Apr

In onda Martedì 26 aprile alle ore 20 – e in replica Domenica 1 maggio alle ore 13 –  su Radio San Donà 102.200, Overbooking!

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Puntata atipica del nostro programma in cui Alvise Favotto intervisterà, in esclusiva, Walter Sabato, curatore della rassegna teatrale “Vertigini 2011” a Noventa di Piave, che sta riscuotendo un grosso successo di pubblico.

Proprio Walter sabato 07 maggio alle 2045, presso il palazzetto dello sport a Noventa, terrò il suo spettacolo dedicato a Gaber. Tutte le informazioni al link http://www.teatrinodellaneve.com/

Il Centro Studi “Silvio Trentin” di Jesolo

1 Mar

In onda Martedì 01 marzo alle ore 20 – e in replica Domenica 06 marzo  alle ore 13 –  su Radio San Donà 102.200, Overbooking!

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Puntata particolare e atipica di “Overbooking” questa volta! Infatti non ci occuperemo di un libro ma, complice la presenza in studio della dott.ssa Romina Franchin, responsabile del servizio della biblioteca comunale di Jesolo, dedichiamo la puntata a un altro sandonatese illustre, dopo Giannino Ancillotto: ci occuperemo cioè della figura di Silvio Trentin.

Con la dott.ssa Franchin scopriremo come è strutturato il centro jesolano dedicato a Trentin e faremo il punto della situazione sullo stato della memoria non solo di Silvio ma anche di tutta la famiglia Trentin, compresa la figlia Franca recentemente scomparsa.

Nella seconda parte della puntata ci sarà ampio spazio per illustrare le numerose iniziative che la biblioteca di Jesolo sta portando avanti, oltre alla partnership con Overbooking.

La biblioteca di Jesolo

“Nulla è come sembra” di Lucio Caneve

1 Feb

In onda Martedì 01 febbraio alle ore 20 – e in replica Domenica 06 febbraio  alle ore 13 –  su Radio San Donà 102.200, Overbooking!

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Continuiamo ad essere in compagnia di autori del sandonatese e questa volta vi proponiamo il primo romanzo di un autore emergente, Lucio Caneve, che è venuto in studio per dialogare con Alvise Favotto del suo “Nulla è come sembra”. Vi allieteremo con i soliti intermezzi musicali e la leggiadra voce della nostra Elisa Veronese per le letture!

  • Titolo: Nulla è come sembra
  • Autore: Lucio Caneve
  • Editore: Casa Editrice Kimerik
  • Anno di Pubblicazione: 2010

Scheda:

La vita, a volte, può darti tutto e toglierti tutto all’improvviso.

E’ quello che ha sperimentato sulla sua pelle il protagonista di questo romanzo, Marco. Professionista ben avviato, una moglie innamorata e l’inizio di una frequentazione con una coppia di amici, Sonia e Paolo.

Sarà proprio con Sonia, donna esuberante, prorompente e disinibita che Marco inizierà una storia clandestina che lo porterà inesorabilmente a ritrovarsi solo, disperato, senza affetti e senza lavoro.

Ma si può risalire la china? Davvero non si può che uscire sconfitti da un destino che ci ha privato di ogni cosa?

E’ volendo rispondere a questi interrogativi che l’autore ci introduce in una seconda parte del libro, una sorta di flusso di pensieri e considerazioni sulla vita e su come approcciarsi in modo nuovo ad essa.

Non esiste un destino avverso che non possiamo contrastare e che ci piomba addosso inesorabile: tutto è frutto delle nostre scelte e del nostro modo di vedere la vita.

Una finestra su uno squarcio di vita che potrebbe essere la nostra, che racconta di fallimenti che potrebbero essere i nostri e dai quali dobbiamo trovare la forza di risollevarci.

Una storia avvincente ed intrigante, scritta in modo scorrevole, che cattura il lettore dall’inizio alla fine.

L’autore:

Lucio Caneve è nato nel 1961 a Caorle, un piccolo paese in provincia di Venezia. Ora vive a Musile di Piave (VE).

Pur lavorando nell’ambito assicurativo, ha sempre coltivato le proprie passioni per il disegno, la pittura con la tecnica dell’aerografia, la fotografia e, di recente, ha voluto gratificare il proprio animo di scrittore.

Il libro “NULLA E’ COME SEMBRA” è il suo primo romanzo e, certamente, non l’ultimo.

“Il monumento all’aviatore Giannino Ancillotto” di Chiara Polita

25 Gen

In onda Martedì  26 gennaio alle ore 20 – e in replica Domenica 30 gennaio  alle ore 13 –  su Radio San Donà 102.200, Overbooking!

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Ritorniamo dalle lunghe vacanze pre, durante e post natalizie e vi proponiamo un’incursione nella memoria storica della nostra amata cittadina sandonatese, occupandoci di un bellissimo libro dedicato all’aviatore Giannino Ancillotto il cui monumento troneggia davanti al Municipio. Sarà con noi in studio l’autrice, Chiara Polita, che ci racconterà delle sue ricerche sulla vita di Ancillotto e della successiva conservazione della sua memoria attraverso la costruzione del monumento, riportando alla superficie cose ormai dimenticate e facendoci il regalo di poter guardare il monumento con occhi totalmente diversi: non più mera parte del paesaggio cittadino ma entità viva e ricca di significati.

  • Titolo: San Donà di Piave. La memoria della Grande Guerra. Il monumento all’aviatore Giannino Ancillotto (1896-1924).
  • Autore: Chiara Polita
  • Editore: Colorama Edizioni
  • Anno di Pubblicazione: 2010

Scheda:

Il sandonatese Giannino Ancillotto fu uno degli assi dell’aviazione della Grande Guerra. Celebrato quale “Ala incombustibile” da Gabriele d’Annunzio, conseguì sul campo numerose onorificenze, tra le quali la Medaglia d’Oro al Valor Militare per lo spettacolare abbattimento del “Drachen”, ovvero del pallone frenato di Rustingè (Tv), immortalato anche nella prima pagina de “La Domenica del Corriere”. Anche nel dopo guerra Ancillotto realizzò inoltre celebri imprese internazionali, che lo condussero in volo tra l’Europa, l’America Latina e la Somalia.

La vicenda del giovane eroe, morto a soli 27 anni, è qui raccontata attraverso il monumento a lui dedicato in Piazza Indipendenza a San Donà di Piave, inaugurato nel 1931. Si approfondiscono nel libro le vicissitudini della costruzione dell’opera, i protagonisti, le scelte progettuali e i confronti iconografici, per restituire la memoria di un illustre aviatore e di un monumento originale nel contesto italiano, che è uno dei simboli della Città legati al ricordo della Grande Guerra.

“Un hombre guapo” di Paco Ignacio Taibo II

14 Dic

In onda Martedì  14 dicembre alle ore 20 – e in replica Domenica 19 dicembre  alle ore 13 –  su Radio San Donà 102.200, Overbooking!

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In questa puntata andiamo sull’internazionale e vi proponiamo “Un hombre guapo” di Paco Ignacio Taibo II! Grazie alla gentile collaborazione di Tommaso di Marco Tropea Editore il nostro Ferdinando ha potuto, inoltre, intervistare a tu per tu l’autore nella splendida cornice di Pordenonelegge!

  • Titolo: Un hombre guapo
  • Autore: Paco Ignacio Taibo II
  • Editore: Marco Tropea Editore
  • Anno di Pubblicazione: 2010

Scheda:

«Una volta finito di scrivere questo libro, lo misi in un cassetto e lo lasciai lì con qualche dubbio. Tempo dopo lo tirai fuori, lo rilessi ed ebbi la certezza che era il migliore che avevo scritto come storico. Tutto quello che avete trovato quando avete letto del Che o di Pancho Villa, lo ritroverete in Tony Guiteras».

Dopo il successo delle monografie dedicate a Ernesto Che Guevara e Pancho Villa (Senza perdere la tenerezza, Un rivoluzionario chiamato Pancho), ecco il terzo grande eroe che chiude, salvo sorprese future, la trilogia dei rivoluzionari di Paco Ignacio Taibo II, e anche questa volta si tratta di molto di più di una biografia.

Catapultati nell’Avana dei primi anni Trenta ci mescoliamo con i suffragisti e gli studenti attentatori, conosciamo torturatori impazziti e Marines nordamericani di stanza nella baia, mentre sono proclamati una serie di scioperi generali: è l’anno della sollevazione popolare cubana contro Machado e fra i ribelli si distingue dall’interno un giovane ministro che espropria il governo statunitense dell’azienda elettrica con un decreto e con la forza, promuove il salario minimo, porta l’orario di lavoro a otto ore e nomina sindaci alcune donne per la prima volta in America latina. Quell’uomo sorrideva poco, fumava una sigaretta dietro l’altra, metteva i brividi ai suoi nemici e agiva con la determinazione di chi ha fatto sua la lezione dei grandi movimenti sociali e l’ideale di un mondo giusto. Il nome di quell’uomo era Antonio Guiteras.

Paco Ignacio Taibo II

Paco Ignacio Taibo II è nato in Spagna, a Gijón, nel 1949, ma fin da bambino si è trasferito con la famiglia, di solide tradizioni antifranchiste, a Città del Messico, dove vive tuttora.

Docente universitario e giornalista, è considerato uno dei più importanti scrittori messicani. La sua fama, in patria e fuori, è dovuta sia al suo lavoro di storico, sia alla sua opera di narratore prolifico e versatile, per la quale ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui due premi Hammett e un premio Planeta.

Ha scritto una cinquantina di libri, tradotti in oltre venti paesi.

“Non vedo l’ora che venga domenica” di Giulia Depentor

7 Dic

In onda Martedì  07 dicembre alle ore 20 – e in replica Domenica 12 dicembre  alle ore 13 –  su Radio San Donà 102.200, Overbooking!

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Questo è il video di Massimo e Giorgio Battistella, di accompagnamento al libro.

Questa volta “giochiamo in casa” visto che ospiteremo una nostra preziosa collaboratrice, Giulia Depentor! La nostra intrepida giornalista d’assalto si è infatti cimentata in un libro su un fatto tragico che aveva scosso il sandonatese diversi anni fa ormai, ed è venuta a parlarne in studio con il nostro Alvise “Al” Favotto.

  • Titolo: Non vedo l’ora che venga domenica
  • Autore: Giulia Depentor
  • Editore: Città di San Donà di Piave
  • Anno di Pubblicazione: 2010

Scheda:

Che cosa succede quando una cittadina di provincia come San Donà di Piave, si trova a dover fronteggiare un crimine orribile quale l’omicidio di un bambino?
Giulia Depentor, con il suo nuovo libro “Non vedo l’ora che venga domenica“, parte da questo interrogativo e ripercorre la storia di Mario Rorato, la giovane vittima protagonista, nel 1970, del più grave fatto di cronaca nera mai avvenuto in città.

Attraverso interviste e testimonianze, articoli di giornale, fotografie e documenti ufficiali, l’autrice ha cercato di fornire una cronaca precisa degli avvenimenti, cogliendo i sentimenti dell’epoca e interpretandoli alla luce dei cambiamenti radicali che San Donà ha subito dopo quel terribile 15 marzo 1970.

Il libro, come dicevamo, è stato presentato ufficialmente il 2 dicembre alla presenza delle varie autorità locali e del Procuratore Generale Dr. Ennio Fortuna che all’epoca seguì le indagini.

Se eravate presenti, sappiate che questa che state per sentire è la vera presentazione di “Non vedo l’ora che venga domenica”.
Se non c’eravate…meglio per voi.

Giulia Depentor

Giulia Depentor (San Donà di Piave, 1983), laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all’Università di Padova, aspirante giornalista e scrittrice, speaker radiofonica per la locale radio, nel 2010 pubblica il racconto “Tetradotossina” all’interno della raccolta “Il pesce rosso” (Damster Editore, Modena).
“Non vedo l’ora che venga domenica” è il suo primo libro.
Mario Rorato
Mario Rorato (San Donà di Piave 1961-1970) è un bambino sandonatese, vittima del più terribile fatto di cronaca nera avvenuto in città. Nel 1970, durante una domenica all’oratorio Don Bosco, viene avvicinato e circuito da Antonio Pastres, un giovane di Marghera, che lo porta sulla golena del Piave (oggi parco fluviale) e gli toglie la vita.
La morte di Marietto scuote profondamente le coscienze dei Sandonatesi che dimostrano il loro dolore partecipando in 25.000 alle esequie.
Questo libro ripercorre la sua storia.